Museo dell'Arte Vetraria Altarese
Il Museo dell'Arte Vetraria Altarese, nato all'interno della Società Artistico Vetraria quale museo d'azienda, oggi è ospitato in 12 sale di Villa Rosa ed offre ai suoi visitatori una rassegna di opere che vanno dal 1750 al 1950.
L'origine del vetro in Altare si perde nella notte dei tempi; molto suggestive e singolari sono però le leggende che la raccontano, da quella dell'Abate del Cenobio dell' "Insula Liguria" (Isolotto di Bergeggi), di origine fiamminga, il quale viste le nostre montagne ricche di boschi di legna forte, combustibile per le fornaci di allora, tornato in patria, favorì il trasferimento di alcune famiglie di vetrai fiamminghi in Altare, a quella dei nobili Normanni che reduci da una Crociata, nel secolo XI, approdarono all'Isola di Bergeggi e che dai monaci, alcuni dei quali loro compatrioti, furono indirizzati ad impiantare fornaci per la lavorazione del vetro in Altare. Ultima ipotesi è quella che i monaci Benedettini, custodi di molte tecniche di lavorazione tra cui quella del vetro, la insegnarono ad elementi locali favorendo la nascita di questa comunità. Col passare degli anni le famiglie del luogo dettero vita ad una Corporazione chiamata "UNIVERSITA' DEL VETRO" favorita dai Marchesi del Monferrato. I primi Statuti che regolarono doveri e diritti degli artieri vetrai risalgono al 1495, solennemente approvati il 26 Giugno del 1512 dal Principe Guglielmo Paleologo, Marchese del Monferrato, nonché da Galeotto del Carretto e dai nipoti Marchesi di Savona, consignori del luogo. Sull'osservanza di questi Statuti vegliava il Consolato dell'Arte Vitrea composto da sei Consoli eletti, fra i maestri vetrai più prestigiosi, il giorno di Natale.
SS. ANNUNZIATA
Situata all'estremo ponente del centro storico, fu la prima chiesa parrocchiale del paese. Eretta attorno alla metà del XII secolo da monaci benedettini lerinesi del Cenobio di Bergeggi e dedicata a S.Eugenio, da allora patrono di Altare, rimase agibile fino al 1600.
Nel 1650 sul sedime dell'antica costruzione, il vetraio altarese Matteo Buzzone, operante in Roma, fece erigere e dedicare alla SS.Annunziata l'attuale chiesa, dal puro stile seicentesco. Interessante la linea architettonica interna a croce greca sormontata da una cupola a base ottagonale.
CHIESA PARROCCHIALE
Costruita fra il 1620 e il 1650 nel centro dell'agglomerato dove esisteva un canepale o siy terra ortina la chiesa, dedicata a S.Eugenio, benché non si possa annoverare fra le opere d'arte e non si conosca la paternità progettuale, riveste tuttavia un certo interesse architettonico per l'elegante ispirazione barocca e per l'unica ampia navata.
Lavori di restauro e modifiche sono stati effettuati nel corso dei secoli, specialmente dal 1875. Alcuni mutamenti hanno però svisato l'originaria struttura interna
ORATORIO S. SEBASTIANO
Sorge in bella posizione nella parte alta del paese, costruito tra la fine del 1500 e l'inizio del 1600 è l'unica chiesa di Altare a cui si accede salendo una breve scalinata. E' una costruzione in stile rinascimentale; sulla facciata semplice e lineare è stata murata nel 1926 una grande croce di legno a ricordo dell'opera svolta dai Frati Cappuccini genovesi nell'anno santo 1925.
Fu chiesa parrocchiale di Altare nei primi decenni del Seicento quando la vecchia chiesa dell'Annunziata fu dichiarata inagibile e quella nuova di Sant'Eugenio non era stata ancora costruita. Il campanile che sorgeva a destra della chiesa fu gravemente lesionato dal terremoto del 1887 e demolito per essere ricostruito a sinistra.
Nel corso dei secoli l'oratorio ha subito notevoli modifiche, è stato adibito addirittura a palestra ed è stato fino al 2004 sede provvisoria del Museo del Vetro
ORATORIO DI SAN ROCCO
Eretta nel 1590 la chiesetta di San Rocco sorge a levante del Paese. Dalla originale devozione per S. Filiberto Abate, antico protettore dei vetrai, si passò al culto di San Rocco che aveva "liberato" Altare da una grave epidemia di peste durata dal 1628 al 1631.
Sulla facciata sono presenti due nicchie nelle quali sono poste le statue dei due protettori dei vetrai e, sopra il portone un bassorilievo rappresenta la flagellazione. All'interno vi sono quattro cappelle, due per lato, nella quarta, dedicata a San Filiberto, la scritta "ALTEVITREA" compare sull'altare. Al centro della navata c'è la statua lignea di San Rocco, famosa per essere stata portata, nel 17° secolo, a spalle dai vetrai altaresi che lavoravano a Parma e Piacenza sino ad Altare, per sciogliere un voto fatto durante l'epidemia di peste.
La statua in gesso di San Rocco ogni anno viene portata in processione il 16 Agosto nel corso della festa patronale.
Santa Maria dei Prati
La Chiesa di Santa Maria dei Prati (o Nostra Signora dei Prati) è dedicata a Maria Nascente come dice una scritta all'interno della cappella e pare sia stata la prima chiesa aperta al culto in Altare. Non presenta particolari caratteristiche achitettoniche essendo stata eretta da gente locale intorno all'anno mille.
Nell'interno si trovano affreschi di epoca molto posteriore, di carattere popolare. Il santo che vi è raffigurato potrebbe essere San Celso o San Nazario, primi
predicatori della religione cristiana in Liguria.
La cappella si trova vicino al cimitero e durante l'ultima guerra è stata usata come camera mortuaria per i soldati caduti ad Altare o nei paesi vicini. Dagli anni '50 sino ai primi anni '90 fu usata come magazzino. nel 1992 l'architetto Mario Angelo Bugna la fece restaurare ed ora è nuovamente aperta al culto.
VILLA AGAR
Costruita nel 1901 per iniziativa di mons. Giuseppe Bertolotti su progetto dell'arch. Nicolò Campora di Savona e destinata ad uso abitativo dell'avv.Aleramo Bormioli, nipote del sacerdote.
Nel 1951 la villa perveniva, per atto testamentario, al locale Ospedale-Ricovero SS.Annunziata.
Dal 1962, dopo appropriati lavori interni di adattamento e restauro eseguiti dallo studio dell'arch.Martinengo, l'immobile ospita la Casa di Riposo per Anziani.
VILLA BORDONI
Costruita nel 1901 su progetto dell'arch. Alessandro Martinengo di Savona per committenza dell'avv. Arnaldo Bordoni. Dopo aver ospitato dal 1943 al 1945 il Comando della divisione S.Marco, ha subìto ristrutturazioni interne che hanno snaturato il fastoso impianto abitativo originale.
Disabitato da anni il palazzo, passato ad altra proprietà ed ormai in rovina, non è visitabile.
IL FORTE
Pare fosse in origine una piccola postazione fortificata, forse napoleonica, a guardia del Passo della Bocchetta, ma la costruzione del complesso fortilizio fu realizzata dal 1885 al 1890. Il corpo, composto dai forti Tecci e Cascinotto, sorge a quota 478,678 slm e faceva parte della linea di fortificazioni di sbarramento formata da una successione di batterie, tagliate e forti costruita a difesa delle linee di comunicazione fra la riviera Ligure e l'Alta Valle del Po. Il presidio fu affidato al 41° Regg.Fanteria di stanza a Savona e Imperia. Dalla Fortezza dipendevano le strutture militari di M.Burot (quota 745) e della cosiddetta Batteria (M.Baraccone, quota 821). Il distaccamento di M.Burot (Comune di Quiliano), che dista circa 5 km dal Forte Tecci, è di notevoli dimensioni ed è completamente interrato inquanto adibito, nel passato, a polveriera. Serviva, fra l'altro, da deposito e rifornimento alla postazione di
M.Baraccone, interamente aperta verso il mare. Le strutture di M.Burot sono letteralmente in rovina. I Forti, mai attivati al fuoco e/o a fatti d'arme, nel periodo 1943-1945 sono stati occupati dalle truppe tedesche ed adibiti a magazzini e depositi munizioni.
Dopo il 1945 nessun presidio si è insediato nelle suddette strutture, di proprietà demaniale e destinate ad alienazione
IL CASTELLO
Costruito nei primi decenni del XII secolo su un'altura a quota 464 slm, a nord-est dell'abitato, fu distrutto nel XVII secolo. Si trattava di un castello marchionale posseduto in successione dai Marchesi di Savona e del Monferrato con prerogative difensive del borgo.
I primi riferimenti storici si hanno nel 1435 e povere e sporadiche sono le notizie di fatti d'arme. Le cronache segnalano episodi nel 1488, 1528, tra il 1612 ed il 1618 e, ancora, nel 1629,1630 e 1644.
In merito all'utilizzo della Rocca si dice, infine, che servisse da torre di segnalazione e da base degli uomini d'arme impegnati nel servizio di riscossione pedaggio situato nella vicina località Rastello, appena oltre il Passo della Bocchetta.
Dell'originaria struttura, non conosciuta, sono rimasti due insignificanti monconi.